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Non mettere tutte le uova nello stesso paniere! Così amavano ricordare le nostre nonne. Purtroppo, questo consiglio è probabilmente uno dei più disattesi dagli investitori che, a discapito del buon senso e della prudenza, corrono rischi elevati quando potrebbero evitarli. Non ci credete? Prendiamo solo alcuni dei numerosi “scandali” finanziari in cui negli ultimi anni sono stati coinvolti i risparmiatori italiani, come quelli relativi ai casi Argentina, Lehman Brothers, Banca Etruria, Banca Popolare di Bari. Analizzando gli importi medi per investitore, si scopre che questi ammontano solitamente a qualche decina di migliaia di euro. Se un piccolo risparmiatore ha investito 30.000 euro (e talvolta molto di più) in un solo titolo, ha chiaramente disatteso la prima regola di base di ogni investitore prudente: la diversificazione.

Diversificare è una vera e propria regola d’oro quando si costruisce un portafoglio in attività finanziarie. Infatti, occorre sempre evitare di concentrare tutto il proprio patrimonio su un unico strumento finanziario o anche su un unico mercato.

Esistono almeno 3 buone ragioni per avere un portafoglio diversificato:

1.      Diversificare consente di evitare di correre il rischio specifico collegato all’emittente di un singolo strumento finanziario. Quest’ultimo, infatti, potrebbe essere impossibilitato a mantenere i suoi impegni con gli investitori a causa delle condizioni del settore in cui opera o per specifici problemi di insolvenza. Una regola semplice potrebbe essere quella di non investire mai più del 20% del patrimonio in un singolo emittente se questo è uno Stato ritenuto solido o il 5% se si tratta di un emittente privato.

2.      Diversificare rende più stabili le performance degli investimenti in quanto tipologie diverse di strumenti finanziari tendono ad avere un andamento differente l’una dall’altra a seconda del contesto economico e finanziario. Ad esempio, il mercato azionario e quello dell’oro spesso tendono a comportarsi in modo divergente: quando l’uno scende l’altro sale e viceversa; dunque, avere in portafoglio entrambe le tipologie di attività finanziarie aiuta a stabilizzare i rendimenti.

3.      Diversificare aiuta a cogliere opportunità di mercato che un portafoglio concentrato su pochi titoli renderebbe improbabili. Questo aspetto della diversificazione è uno dei più trascurati: il maggior rendimento che è possibile “intercettare”. Infatti, i titoli che riescono a realizzare performance molto elevate solitamente le ottengono nelle prime fasi di sviluppo del business quando sono ancora piccoli, poco conosciuti e rischiosi. Un portafoglio molto concentrato difficilmente comprende questi titoli e, pertanto, non riesce ad intercettare quelle che diventeranno le “stelle” del mercato. Quanti investitori hanno avuto l’intuito di acquistare azioni Amazon 20 anni fa quando il business delle vendite on line non sembrava così prossimo e promettente come oggi? Chi lo avesse fatto avrebbe realizzato performance del 10.000% che, pur diluite in un portafoglio diversificato, avrebbero potuto fare la differenza!

Naturalmente, come in cucina non è sufficiente mischiare a caso più ingredienti per ottenere un buon risultato, anche per gli investimenti vale lo stesso principio: gli “ingredienti” vanno accuratamente pesati e mescolati, combinandoli in modo adeguato alle prospettive di mercato e ai propri “gusti”, ovvero al proprio profilo di rischio/rendimento, avendo sempre chiari gli obiettivi che si vogliono perseguire.