Nell’America di metà Ottocento si diffuse la cosiddetta febbre dell’oro: migliaia di persone abbandonarono lavoro e abitazioni per spostarsi nelle aree dove venivano scoperte notevoli quantità del prezioso metallo giallo nella speranza di diventare ricchi. In epoca di pandemia, una nuova febbre si sta diffondendo intorno a quello che sembra essere il nuovo oro: il Bitcoin. L’euforia intorno alla più nota delle criptovalute è crescente ed ha recentemente raggiunto livelli altissimi, come quello delle sue quotazioni. Ma come funziona il Bitcoin? Quando è nato e quali sono le sue caratteristiche? Quali i rischi e le opportunità? E perché la nuova moneta (peraltro virtuale) inquina quanto l’intera Nuova Zelanda?
Cos’è il Bitcoin e come funziona?
Il Bitcoin è una moneta virtuale creata nel 2009, da uno o più hacker con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Diversamente dalle altre valute, il Bitcoin non ha alle spalle una Banca centrale che le distribuisce, ma si basa su due meccanismi: una rete di computer che la gestiscono in modalità distribuita (peer-to-peer) e l’uso della crittografia per validare e rendere sicure le transazioni. A differenza delle altre valute come l’Euro, il Dollaro o la Sterlina, per il Bitcoin non esistono monete o banconote fisiche, ma solo monete costituite da un codice alfanumerico: le transazioni avvengono da un mittente ad un destinatario in blocchi e devono essere convalidate prima di essere iscritte in un grande registro (Blockchian) che tiene conto in modo pubblico e trasparente di tutte le transazioni avvenute.
I Bitcoin potenzialmente disponibili in rete sono 21 milioni, mentre quelli attualmente in circolazione sono circa 18 milioni. Per creare nuovi Bitcoin i minatori (sì avete capito bene proprio come i minatori delle antiche miniere d’oro), devono risolvere una sorta di enigma, indovinando tutte le lettere ed i numeri delle password in un solo colpo. Per questo i minatori non sono altro che potentissimi computer alla ricerca di questi codici che consumano una quantità enorme di energia. Secondo le ultime stime, il consumo annuo è pari ad oltre 120 Terawattora (come quella di paesi quali la Norvegia o l’Argentina) immettendo nell’atmosfera l’enorme quantità di CO2 di circa 40 milioni di tonnellate, in quanto l’energia è prodotta per oltre il 50% da fonti altamente inquinanti come il carbone, visto che molti di questi computer sono in Cina.
Come si acquista e si usa il Bitcoin?
Per poter acquistare il Bitcoin è necessario aprire un conto virtuale (wallet), una sorta di portafoglio virtuale sul proprio computer o su una piattaforma in rete. I Bitcoin non sono quindi depositati su un conto bancario né caricati su una carta prepagata. On line vi sono portali che offrono un indirizzo Bitcoin, una sorta di IBAN che serve ad individuare in maniera univoca il proprio conto. Lo scambio di Bitcoin può avvenire fra privati (esistono piattaforme di scambio che favoriscono l’incontro tra venditori e compratori) o direttamente su siti specializzati. Il fatto di muoversi al di fuori del canale bancario ha assunto anche un valore ideologico, in quanto le banche sono spesso mal viste (e non sempre a torto!), ma occorre ricordare che si è anche privi dei livelli di tutela tipici di questo canale. Dunque, è opportuno muoversi con prudenza e ricordarsi che abbiamo come “garanzia” la reputazione che gli operatori si sono costruiti in rete. Per poter spendere i Bitcoin occorre effettuare acquisti da operatori che li accettano in pagamento. Per ora sono ancora relativamente pochi i negozi virtuali che accettano la criptovaluta, ma stanno crescendo rapidamente.
Conviene investire in Bitcoin e come è possibile procedere?
Come si può vedere dal grafico sotto, la rapida crescita delle quotazioni delle ultime settimane ha incuriosito molti piccoli risparmiatori che hanno iniziato ad accarezzare l’idea di investire in Bitcoin.
È innanzitutto bene ricordare che avvicinarsi ad un investimento con il desiderio di arricchirsi è spesso comprensibile, ma altrettanto spesso foriero di sventure: non ci si dovrebbe mai avvicinare ad un investimento con questa logica, perché quasi mai si riesce nell’intento se non in pochi fortunati casi. Chi volesse invece avvicinarsi all’investimento in Bitcoin in una prospettiva meno speculativa, deve essere consapevole che, per quanto le quotazioni nel lungo periodo potrebbero essere orientate al rialzo, nel breve e medio periodo la più nota delle valute virtuali ha subito fortissime oscillazioni. I prezzi in alcuni casi sono saliti molto rapidamente in poche settimane (anche raddoppiando nel valore), ma in altri sono crollati con altrettanta intensità e rapidità: ad esempio, nel corso del 2018 hanno registrato una perdita di circa l’80%. Quindi, occorre consapevolezza che si tratta di un investimento ad altissimo rischio. Per poter acquistare Bitcoin, o si sceglie la strada dell’acquisto diretto della valuta o quella di sottoscrivere strumenti derivati o ancora quella di un ETF che ne replica l’andamento.
Per concludere, volendo riassumere con un vecchio detto le molteplici sfaccettature della innovativa valuta virtuale, è sempre bene ricordare che non è tutto oro ciò che luccica!

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