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Il 2020 è stato un anno indubbiamente difficile per le economie di tutto il mondo e per i mercati finanziari. La crisi economica causata dall’emergenza sanitaria ha determinato la più forte contrazione dell’economia in tempo di pace, ha avuto un impatto negativo sugli utili di molte aziende e determinato un rapido e consistente crollo dei mercati finanziari a partire dal mese di febbraio 2020. Quali insegnamenti possono trarre gli investitori da questo anno così complesso per l’economia e la finanza?

Il 2020 ha fornito tre insegnamenti di fondamentale importanza che gli investitori consapevoli dovrebbero sempre avere a mente.

1. L’economia e la finanza spesso hanno tempi diversi. Molti investitori si sono chiesti come sia possibile che negli ultimi mesi le borse siano state caratterizzate da un così rapido ed intenso recupero delle quotazioni (vedi grafico sotto relativo all’andamento delle borse mondiali) sebbene il contesto sanitario resti ancora fortemente critico ed i dati sulla crescita economica pessimi. A ben vedere, il secondo e quarto trimestre del 2020 che sono stati i peggiori per l’economia, sono stati anche i migliori per le borse mondiali. Questa apparente anomalia si spiega con il fatto che i mercati guardano alle prospettive future piuttosto che al presente o al passato. Infatti, nelle fasi iniziali di diffusione della pandemia, quando l’impatto sull’economia non si era ancora manifestato, i mercati hanno anticipato il peggio e sono violentemente crollati, mentre quando si è affacciata la prospettiva di un forte intervento pubblico a sostegno della crescita economica hanno iniziato a guardare alla possibile ripresa dell’anno successivo. Dunque, gli investitori dovrebbero scegliere i propri investimenti sulla base delle prospettive future più che su quelle presenti.

MSCI World AC Index EUR 

MSCI World Index EUR

2. Fuggire dai mercati dopo forti ribassi è spesso una scelta perdente. Capita frequentemente agli investitori non professionali di voler acquistare titoli dopo che questi sono già molto saliti e vendere quando il mercato ha già perso parecchio. Questo comportamento è legato innanzitutto al mancato rispetto della regola di cui al punto precedente: mai valutare i propri investimenti guardando al passato o al presente. Purtroppo, è difficile sottrarsi ai costanti condizionamenti delle notizie che provengono dai mass media, che spesso con toni sensazionalistici esaltano le meravigliose sorti presenti o ci atterriscono per le inevitabili catastrofi che porteranno alla rovina totale. Nei periodi di crisi, a tale fattore psicologico si aggiunge l’altro collegato alla costatazione della rapida perdita del valore dei propri investimenti nel breve periodo. Questo mix di paura per il presente e patrimonio che si deprezza, porta spesso a liquidare i propri investimenti nel momento meno opportuno, quando in prezzi sono vicino ai minimi. Al contrario, gli investitori dovrebbero sempre gestire il proprio patrimonio avendo ben presente gli obiettivi di lungo termine ed essere coerenti con la pianificazione iniziale, sottraendo all’alea dei mercati tutte quelle risorse finanziarie che potrebbero essere necessarie a breve termine.

3. La diversificazione fra più titoli di aree geografiche e settori differenti è fondamentale per proteggere i propri investimenti e consentire di cavalcare i trend futuri. Il grafico sopra che mostra l’andamento delle borse mondiali nell’ultimo anno in realtà è un’immagine non del tutto veritiera di quanto è accaduto sui mercati. Infatti, sebbene le quotazioni siano mediamente risalite ai valori di inizio anno, le singole aree geografiche ed i singoli settori si sono mossi in maniera molto diversa fra loro. Ad esempio, il mercato cinese ha realizzato performance di gran lungo migliori di quello italiano con una differenza del 20% circa: il primo è circa il 15% sopra i livelli di inizio anno ed il secondo ancora il 5% sotto quei valori. Differenze ancora maggiori si evidenziano confrontando l’andamento di titoli di settori differenti, come ad esempio i titoli tecnologici con quelli petroliferi con differenze che superano il 50%. Molti economisti ritengono che questa forte dispersione dei risultati proseguirà nei prossimi anni. Pertanto, gli investitori dovrebbero avere portafogli molti diversificati e caratterizzati da un sovrappeso delle aree geografiche e dei settori che nei prossimi anni hanno prospettive di maggiore crescita (ma di questi settori parleremo in una futura occasione).