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Il Superbonus 110% è un’agevolazione fiscale, prevista dal c.d. Decreto Rilancio, che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. La detrazione è riconosciuta nella misura del 110% da ripartire in 5 quote annuali di pari importo (4 per le spese sostenute del 2022), entro i limiti di capienza dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi.

Oltre all’incremento dell’aliquota al 110%, la principale novità introdotta è rappresentata dalla possibilità, in alternativa alla fruizione diretta della detrazione, di optare per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Ovviamente, la cessione nel credito a terzi comporta la necessità di rinunciare a parte di esso: se ad esempio ho maturato un credito di 100, è ragionevole che a fronte della cessione dello stesso a terzi che ne beneficeranno nei prossimi anni, mi veda riconosciuto un importo inferiore, ad esempio 90.

È bene ricordare che, onde evitare abusi nell’utilizzo dell’agevolazione, la normativa prevede che per esercitare l’opzione, oltre agli adempimenti ordinariamente previsti per ottenere le detrazioni, il contribuente deve acquisire anche:

–  il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione, rilasciato dagli intermediari abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro) e dai CAF

–  l’asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico, che certifichi il rispetto dei requisiti tecnici necessari ai fini delle agevolazioni fiscali e la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.

Tornando all’aspetto relativo alle modalità per poter utilizzare l’agevolazione fiscale, che rappresenta solitamente il tema di maggior interesse, in sostanza il beneficiario del bonus ha tre strade percorribili:

  • utilizzare l’agevolazione fiscale direttamente detraendo il relativo importo in 5 (o 4) quote annuali;
  • richiedere all’impresa che effettua i lavori uno sconto in fattura, sottraendo all’importo da corrispondere la detrazione maturata (o almeno parte di essa): ad esempio, se la mia fattura ha un importo di 100, pago solo 95 all’impresa che mi effettua i lavori, cedendo ad essa i crediti fiscali connessi all’operazione;
  • cedere il proprio credito ad una banca o altro intermediario autorizzato, che mi anticipa subito una parte del credito maturato senza che io debba aspettare i cinque anni successivi per utilizzarlo.

Nel caso si volesse optare per la terza opzione, cedere il proprio credito ad una banca, è bene chiarire che per poter effettuare la cessione occorre aver già effettuato il pagamento della fattura. Il processo può essere così schematizzato:

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Dunque, chi non dispone delle necessarie risorse per pagare i lavori o preferisce non utilizzare i fondi a disposizione, ha la sola possibilità di richiedere all’azienda fornitrice lo sconto in fattura (operazione non sempre praticabile) o chiedere alla banca un finanziamento di breve termine, che verrà successivamente estinto attraverso la cessione del credito di imposta. Ad esempio, chiedo alla banca un finanziamento a 12 mesi di 100 che a scadenza comporterà l’obbligo di restituzione di 102, che rimborserò cedendo alla banca il mio credito di 110 a 102. Questa operazione, però, è soggetta ad un’analisi del merito creditizio del cliente in quanto la banca, non avendo al momento della concessione del prestito nessuna certezza sulla futura effettiva maturazione del credito fiscale, deve fare un’attenta valutazione della capacità di rimborso da parte del cliente anche nell’eventualità di mancata possibilità di usufruire del beneficio. Si tratta, dunque, di una strada non sempre facilmente percorribile e che prevede un allungamento dei tempi dell’intero processo.