Seleziona una pagina

L’ultimo Outlook dell’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), pubblicato qualche giorno fa, cerca di delineare il futuro scenario economico globale. Il report lancia l’ennesimo avvertimento sull’effetto negativo dei dazi, prevedendo meno crescita e più inflazione, specialmente negli Stati Uniti. L’Organizzazione ha rivisto le previsioni di crescita mondiale al 2,9% (in riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto alle precedenti). I dazi avranno pesanti effetti negativi, oltre che sugli Usa, anche su Canada e Messico, mentre saranno molto più limitati nell’Eurozona. L’inflazione dovuta alle tariffe commerciali sarà molto più marcata negli Stati Uniti, mentre in Europa dovrebbe restare quasi invariata. Quali le previsioni nel dettaglio per la crescita economica e l’inflazione nei vari paesi ed in Italia? Quali le ricette economiche proposte dagli esperti dell’Ocse per affrontare l’incertezza e rilanciare la crescita economica? Vi sorprenderanno la semplicità delle indicazioni e la constatazione che il mondo sta andando esattamente nella direzione opposta!

 

 

Le prospettive economiche globali secondo l’Ocse.

Le prospettive globali stanno diventando sempre più impegnative. L’economia mondiale si appresta ad affrontare sfide crescenti, come barriere commerciali più alte, condizioni finanziarie rigide, incertezze politiche e fiducia debole di imprese e consumatori. Questi fattori potrebbero rallentare significativamente la crescita e aumentare l’inflazione. I rischi rimangono elevati, con possibili escalation nelle politiche commerciali, prudenza da parte di consumatori e imprese e correzioni sui mercati finanziari.

La crescita globale rallenterà. Il PIL globale crescerà dal 3,3% nel 2024 al 2,9% quest’anno e il prossimo. Questi dati risentono di una revisione al ribasso rispetto alle precedenti previsioni, dovuta al mutamento dello scenario macroeconomico e non incorporano ancora una escalation delle tensioni commerciali.

Il rallentamento colpirà principalmente Stati Uniti, Canada, Messico e Cina, con minori aggiustamenti per altre economie. La crescita fino al 2025 dovrebbe essere particolarmente debole, con una produzione globale in aumento del 2,6% e negli Stati Uniti solo dell’1,1%. La tabella sotto Illustra in dettaglio le previsioni di crescita, misurate dal PIL, delle prime venti economie mondiali per i prossimi due anni e le confronta con quelle dell’anno 2024.

 

L’inflazione potrebbe essere più persistente del previsto. Si prevede che l’inflazione nell’OCSE sarà leggermente più alta fino al 2026 rispetto alle precedenti stime: quella globale è prevista al 4,2% nel 2025 (rispetto al 3,7% precedentemente stimato) e al 3,2% nel 2026 (invece del 2,9%). La tabella sotto illustra le previsioni di inflazione delle maggiori venti economie globali.

 

Gli investimenti sono stati deboli. L’analisi dell’Ocse evidenzia come gli investimenti deboli hanno limitato la crescita dalla crisi finanziaria globale. Nonostante i bassi costi di finanziamento, si è assistito ad un forte rallentamento dovuto a due grandi shock: la grande crisi finanziaria del 2008-2010 e la pandemia da COVID-19 nel 2020.  Anche l’edilizia abitativa e gli investimenti pubblici sono diminuiti in molti paesi, peggiorando l’accessibilità agli alloggi ed alle infrastrutture. Quello che segue è un grafico che illustra i trend di crescita degli investimenti a partire dal 2000 e come si sono modificati con le due crisi citate.

 

 

Le prospettive economiche dell’Italia

Si prevede che la crescita del PIL rallenterà leggermente allo 0,6% nel 2025, per risalire lievemente allo 0,7% nel 2026.  L’Italia è particolarmente esposta ad una politica commerciale statunitense più restrittiva attraverso tariffe elevate sui beni dell’UE: oltre il 10% delle esportazioni totali di merci italiane nel 2023 è diretto verso gli Stati Uniti. Nel recente passato è stata soprattutto la produzione industriale più debole a pesare sulla crescita del PIL, con una contrazione dell’1,8% a marzo 2025 rispetto ad un anno.   La debolezza è fortemente condizionata dalla crisi del settore dei veicoli a motore e della componentistica. Inoltre, anche gli investimenti nel settore edilizio dovrebbero essere negativamente condizionati dal venir meno del generoso credito d’imposta edilizio sotto forma di Superbonus. Dall’altro lato, il consumo privato è stato sostenuto dall’incremento dei redditi disponibili per effetto di un aumento dell’occupazione e dei salari in un contesto di inflazione moderata e dalle iniziative del governo a sostegno delle famiglie a basso reddito. Il tasso di disoccupazione al 6% è vicino al tasso più basso da prima della crisi finanziaria globale. Secondo gli esperti dell’Ocse per sostenere gli standard di vita a lungo termine occorrerà migliorare le opportunità per i giovani laureati ed aggiornare le competenze dei lavoratori più anziani per soddisfare le mutate esigenze del mercato del lavoro. Quanto alla spesa pubblica, si prevede un continuo consolidamento fiscale nel 2025 e nel 2026, poiché il governo rimane impegnato a ridurre il deficit fiscale e a mettere le finanze pubbliche su un percorso sostenibile a medio termine. I grafici sotto illustrano l’andamento debole della produzione industriale (a sinistra) e la costante riduzione dei deficit pubblici (a destra).

 

 

Cosa possono fare i responsabili politici?

Secondo gli esperti dell’Ocse, che ha come finalità principale quella di migliorare il benessere economico e sociale dei cittadini, i responsabili politici potrebbero fare molto per migliorare lo stato dell’economia globale e dovrebbero soprattutto operare lungo quattro direzioni.

Ridurre le barriere e le tensioni del commercio internazionale per aumentare la crescita. I governi devono collaborare per affrontare le preoccupazioni sul sistema commerciale globale, evitando ulteriori barriere di ritorsione e implementare riforme che rafforzino la resilienza delle catene di approvvigionamento.

La politica monetaria deve rimanere vigile. Le banche centrali devono essere attente a garantire la disinflazione durante i periodi di incertezza e di aumento dei costi commerciali, riducendo i tassi solo dove si prevede un’inflazione moderata.

Ridurre il debito pubblico e ricostruire lo spazio fiscale. Le spese per il servizio del debito e la spesa militare, insieme ai costi climatici e all’invecchiamento della popolazione, faranno crescere i debiti pubblici nelle economie OCSE nel 2025-26. Per mantenere il debito sostenibile e rispondere alle sfide future, i paesi devono attuare riforme fiscali, mantenendo il debito su livelli sostenibili in modo da conservare una capacità di spesa pubblica aggiuntiva in caso di forte rallentamento della crescita economica.

Riaccendere gli investimenti per una crescita più resiliente. Le riforme politiche strutturali sono cruciali per rivitalizzare gli investimenti aziendali, ma occorre ridurre l’incertezza politica in modo da contenere i premi di rischio ed incoraggiare gli investimenti.  Le politiche economiche dovrebbero promuovere la concorrenza, ridurre le barriere all’ingresso, sostenere l’imprenditorialità ed incentivare l’innovazione e gli investimenti aziendali.

 

 

Conclusioni

Lo scenario delineato dall’Osce evidenzia un’economia mondiale in rallentamento in un contesto incerto a causa soprattutto delle conseguenze delle politiche commerciali statunitensi. Fortunatamente al momento non si prevede una recessione, ma solo rischi crescenti nel medio periodo che andrebbero affrontati con ricette “semplici” ma non facili da attuare: maggiore collaborazione nel campo del commercio internazionale, politiche monetarie focalizzate a combattere un’inflazione troppo elevata, spese pubbliche contenute, sostegni agli investimenti ed incentivi alla riqualificazione delle competenze dei lavoratori in uno scenario di grande evoluzione. Purtroppo, sebbene qualunque cittadino di buon senso condividerebbe le indicazioni dell’Ocse, molte economie e soprattutto gli Stati Uniti sembrano andare nella direzione opposta. Riusciranno i governanti dei principali Stati a supportare una crescita duratura, inclusiva e sostenibile? Gli elettori saranno in grado di orientare positivamente le scelte dei loro leader anziché farsi ammaliare da ricette economiche apparentemente allettanti? Se è impossibile agire direttamente sul contesto, gli investitori avveduti dovrebbero diversificare al meglio il loro portafoglio in modo da renderlo adeguato al futuro scenario e coerente con l’orizzonte temporale dei propri obiettivi.  Confrontarsi e farsi assistere dal proprio consulente finanziario è essenziale, soprattutto nei momenti di maggiore incertezza, per gestire con oculatezza e lungimiranza il proprio patrimonio.