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Nelle ultime settimane si è tornato a parlare di inflazione. La prospettiva di una rapida ripresa economica, dopo mesi di fortissima recessione dovuta all’esplosione della pandemia, sta incrementando le prospettive di inflazione, spingendo al rialzo anche i tassi di interesse. L’inflazione, ovvero l’aumento del livello medio dei prezzi nel corso del tempo, è un fenomeno di estrema importanza per i risparmiatori poiché tende a distruggere il valore reale del proprio reddito e del proprio patrimonio. Infatti, se i prezzi aumentano, si riduce ciò che noi possiamo permetterci di acquistare con i nostri redditi o con il nostro patrimonio finanziario. Un tasso di inflazione apparentemente contenuto, ad esempio del 2%, può trasformare in soli 5 anni 5.000 euro di oggi in 4.529 euro. Su periodi di tempo più lunghi l’impatto può essere devastante.

Se gli Stati e le Banche Centrali possono fare molto per mantenere il livello di inflazione sotto controllo, l’obiettivo prioritario di ogni risparmiatore dovrebbe essere quello di contrastare i suoi effetti negativi, tenendo in considerazione il suo impatto nella gestione del proprio patrimonio, piccolo o grande che sia. Infatti, l’obiettivo di ogni investitore dovrebbe essere innanzitutto quello di incrementare il valore del patrimonio per difenderlo dall’aumento dei prezzi. Ad esempio, anche se tenere i soldi sul proprio conto in banca può sembrare una scelta prudente capace di difenderli, in realtà è l’unica scelta che certamente li ridurrà nel tempo, in quanto incapace di difenderli dal lento ma costante ed inesorabile impatto dell’inflazione.

Ovviamente ogni risparmiatore dovrebbe aspirare anche a qualcosa in più e perseguire rendimenti “reali” positivi, ovvero depurati dall’inflazione. Ad esempio, se l’inflazione attesa è dell’1,5%, obiettivo di un investitore di lungo termine dovrebbe essere quello di perseguire un rendimento reale aggiuntivo dell’2%, per totale del 3,5%. Il grafico sotto mostra il progressivo divario che si crea tra il non far nulla, lasciando che il proprio patrimonio si riduca progressivamente nel tempo per effetto dell’inflazione, o farlo crescere ad un tasso reale dell’2%. Dopo 10 anni, il divario supera il 35% del patrimonio iniziale!

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Dunque, i risparmiatori dovrebbero sempre ragionare in termini reali avendo ben presente il concetto di inflazione quando effettuano la propria pianificazione finanziaria, soprattutto per gli obiettivi di lungo periodo. Un modo semplice per proteggersi dall’inflazione potrebbe essere quella di sottoscrivere titoli di Stato indicizzati all’inflazione. Ma anche le azioni hanno da sempre rappresentato un ottimo strumento per difendersi da un’inflazione moderata e realizzare rendimenti reali positivi nel lungo periodo. Nel caso di inflazione “galoppante” gli immobili (come case e terreni) o i beni preziosi rappresentano strumenti in grado di proteggere bene dalla crescita del livello dei prezzi. Riassumendo: metti in conto l’inflazione!