In periodi caratterizzati da forte incertezza per l’economia ed i per mercati finanziari, spesso si trascurano le corrette regole della pianificazione finanziaria, sebbene sia proprio in questi momenti che è più utile prendere consapevolezza di come istintivamente effettuiamo le nostre scelte di investimento e di quale sia l’approccio corretto nella gestione dei propri risparmi.
Gli studi di finanza comportamentale degli ultimi decenni hanno sottolineato che è fondamentale comprendere come la pianificazione finanziaria delle persone tenda ad essere organizzata sulla base dei cosiddetti “conti mentali”, una sorta di contenitori logici dei risparmi presenti e di quelli futuri, destinati a specifici obiettivi. Ad ogni conto mentale corrisponde un preciso obiettivo o una serie di obiettivi omogenei: nella scelta degli strumenti di investimento occorre tenere in considerazione tutto ciò al fine di individuare quelli più adeguati al perseguimento degli obiettivi di vita personali e della propria famiglia.
I più recenti studi di finanza hanno anche sottolineato come in una corretta pianificazione patrimoniale, oltre a considerare il proprio capitale finanziario ed immobiliare, sia fondamentale considerare il proprio capitale umano, in quanto la ricchezza totale di un lavoratore comprende sia gli strumenti di investimento che appunto il capitale umano. In termini finanziari, il capitale umano può essere considerato pari al valore attuale dei futuri redditi da lavoro di un risparmiatore/lavoratore. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di comprendere come l’ammontare ed il livello di rischio del capitale umano debbano essere integrati nelle scelte di pianificazione finanziaria e nella contabilità mentale del risparmiatore medio.
Organizzare i propri obiettivi ed il proprio patrimonio per “conti mentali”.
Una famiglia tipo potrebbe avere tre conti mentali:
- Un primo conto mentale destinato alla liquidità e ad una riserva di sicurezza in grado di coprire gli imprevisti non assicurati: spese mediche di importo non rilevante, piccoli interventi di riparazione dell’immobile o dei veicoli di famiglia e così via.
- Un secondo conto mentale, nel quale è solitamente compresa la maggior parte della ricchezza familiare, finalizzato al soddisfacimento delle principali esigenze familiari presenti e future: l’acquisto di un immobile per necessità abitative personali, il capitale destinato allo studio dei figli, il risparmio finalizzato all’integrazione della pensione e così via;
- Un terzo conto è quello destinato al cosiddetto capitale aspirazionale, ovvero a quegli obiettivi facoltativi, solitamente riservati alle famiglie che hanno risorse più che sufficienti per il primo ed il secondo conto mentale ed in grado di destinare parte del patrimonio e dei risparmi a bisogni del tutto superflui o ad attività di natura speculativa; si tratta in sostanza di quella parte del patrimonio la cui perdita totale non finisce per intaccare la realizzazione degli obiettivi primari.
Una notazione è d’obbligo: il patrimonio immobiliare viene solitamente iscritto dalle famiglie nel secondo conto mentale, ma ciò è corretto solo se si prende in considerazione la propria abitazione principale. Per tutti gli altri immobili, il loro profilo di rischio/rendimento atteso è più quello tipico degli investimenti aspirazionali ed è dunque da ricomprendere nel terzo contenitore.
Come integrare il capitale umano nella pianificazione finanziaria.
La scelta dei singoli strumenti di investimento dipende da elementi soggettivi, quali la propensione psicologica al rischio, ma anche da elementi oggettivi, quali la tipologia di obiettivo da perseguire e l’orizzonte temporale entro cui realizzarlo. A questo punto è opportuno includere il capitale umano come variabile essenziale da considerare nella propria pianificazione finanziaria e patrimoniale, in quanto è opportuno che esso venga tenuto in considerazione nelle scelte in termini di rischio/rendimento che vengono effettuate, soprattutto per la parte più cospicua riguardante il secondo contenitore del nostro elenco. Un capitale umano rischioso, quale ad esempio quello di un capofamiglia imprenditore o lavoratore autonomo, presuppone un’allocazione delle risorse più prudente rispetto, ad esempio, a quella di un impiegato pubblico, il cui salario è certo e cresce approssimativamente in linea con l’inflazione. Allo stesso modo, nella pianificazione di lungo periodo, in particolar modo per quella di tipo pensionistico, non è opportuno trascurare le differenti evoluzioni del reddito e del risparmio che possono caratterizzare differenti lavoratori.
Inoltre, è importante evidenziare che erroneamente i giovani lavoratori pensano di non aver bisogno di polizze vita a copertura del loro capitale umano, che solitamente in questa fase di vita è il loro asset più prezioso. Ad esempio, un giovane lavoratore altamente qualificato ha un capitale umano, ovvero un valore attuale dei suoi redditi futuri, assai elevato e di gran lunga superiore a quello finanziario o immobiliare: un giovane medico o ingegnere ha solitamente un capitale umano che supera abbondantemente il 1.000.000 di euro a fronte di patrimoni di altra natura assai più modesti. Pertanto, è opportuno che tale capitale umano venga adeguatamente tutelato, assicurando opportunamente il rischio di morte e quello di invalidità permanente. Peraltro, considerando che per le persone giovani il rischio è statisticamente basso, il costo di copertura è solitamente limitato. Dunque, è irragionevole non coprirlo adeguatamente. Al contrario, man mano che si invecchia il capitale umano si riduce e contestualmente cresce il costo delle tutele assicurative e può essere sufficiente l’auto-assicurazione con il risparmio precauzionale che si è realizzato nel tempo.
Un’ultima riflessione: sebbene si ponga costante attenzione al capitale immobiliare ed a quello finanziario, è opportuno non trascurare di investire adeguatamente e per tempo nel capitale umano, la sua crescita è solitamente legata alla voglia e capacità di mettersi in gioco, ma anche e soprattutto di sacrificarsi per il raggiungimento di obiettivi distanti nel tempo. Come spesso accade, in finanza e nella vita, i pianificatori lungimiranti sono in grado di ottenere nel lungo periodo risultati assai più ambiziosi dei consumatori impazienti.

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