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Negli ultimi giorni, la Banca centrale europea e quella americana hanno alzato i tassi di interesse ufficiali con l’obiettivo di contenere il livello di inflazione. Ecco una mini-guida per capire cosa sono i tassi di interesse, perché vengono modificati e quali le conseguenze economiche e finanziarie della loro variazione.

 

Cosa sono i tassi di interesse?

Prendere o dare a prestito del denaro è un’operazione assai frequente nei sistemi economici moderni. Il tasso di interesse è la remunerazione che spetta a colui che presta del denaro e il costo di tale denaro per chi si indebita. Gli interessi sono solitamente espressi in percentuale e su base annua. Ciò vuol dire che un tasso del 3% comporta per il debitore l’obbligo di restituire, a colui che gli ha prestato il denaro, 3 euro in più all’anno per ogni 100 euro ricevuti in prestito.

 

In che modo le Banche centrali condizionano i tassi di interesse?

Le Banche centrali possono influenzare in modi diversi il livello dei tassi di interesse vigenti sul mercato. Il modo principale e più noto è legato al tasso al quale le banche possono prendere a prestito denaro dalla Banca centrale. Il suo livello condiziona quello dei tassi al quale le banche si scambiano fra loro denaro a breve termine, nonché quello al quale esse danno o ricevono prestiti dai loro clienti. Dunque, le variazioni dei tassi ufficiali da parte delle Banche centrali finiscono per condizionare il tasso al quale gli operatori di mercato scambiano il denaro nelle varie forme di finanziamento (prestiti personali ed aziendali, mutui ipotecari, ecc.) e di impiego dei risparmi (conti di deposito, obbligazioni pubbliche e private).

 

Perché le Banche centrali decidono di modificare i tassi di interesse?

Ogni Banca centrale sceglie in modo autonomo il livello dei tassi di interesse sulla base dell’andamento delle principali variabili macroeconomiche (inflazione, occupazione, livello dei tassi di interesse) ed in rapporto agli obiettivi che essa intende perseguire. L’obiettivo primario delle Banche centrali è mantenere sotto controllo il livello dell’inflazione. Ad esempio, la Banca centrale europea (BCE) ha come obiettivo principale della sua politica monetaria quello di perseguire nell’area Euro un livello di inflazione inferiore ma prossimo al 2%. Per perseguire tale obiettivo, la BCE varia nel tempo il livello dei tassi ufficiali di interesse in modo da influenzare quello dell’inflazione per mantenerla prossima all’obiettivo prefissato.

Nella tabella sotto sono indicati i livelli dei tassi ufficiali di interesse delle più importanti Banche centrali. Come si può notare, essi sono diversi in quando condizionati dai parametri economici presenti nei vari Stati o aree valutarie e dai differenti obiettivi di politica monetaria che si intendono perseguire.

A cosa servono tassi di interesse bassi?

Se l’economia rallenta può essere utile abbassare i tassi di interesse. Tassi di interesse bassi stimolano la crescita economica. Infatti, quanto più bassi sono i tassi, tanto minore è l’incentivo a mantenere investiti i propri risparmi e maggiore a spenderli. Inoltre, tassi bassi rendono più conveniente indebitarsi e ciò favorisce sia i consumi che gli investimenti da parte di famiglie ed imprese che ricorrono a finanziamenti. Dunque, le Banche centrali tendono ad abbassare i tassi ufficiali tutte le volte che vogliono favorire la crescita economica e non prevedono un’inflazione troppo alta.

 

A cosa servono tassi di interesse alti?

Il motivo principale che spinge le Banche centrali ad alzare i tassi di interesse è frenare l’inflazione. Nel breve termine, un’inflazione troppo alta tende a ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori e può indurre un rallentamento della crescita economica. Tassi di interesse più alti aiutano a contenere il livello dei prezzi. Infatti, da un lato si incentiva il risparmio riducendo i consumi di chi ha a disposizione capitali liquidi; dall’altro lato, diventando più oneroso prendere soldi a prestito, vengono disincentivati tutti quei consumi ed investimenti di famiglie ed imprese che sono finanziati “a debito”. La conseguente riduzione della domanda di beni e servizi tende ad avere un impatto sui prezzi, limitandone l’incremento e contenendo così l’inflazione. Tutto ciò ha però un risvolto negativo: il rallentamento della crescita economica che può sfociare in una recessione.

 

Cosa succederà ai tassi di interesse nel prossimo futuro e come condizioneranno le attività finanziarie?

Se lo domandano in molti: fino a che livello saliranno i tassi di interesse ufficiali? Negli ultimi mesi, sia la Banca centrale europea che quella americana stanno rapidamente alzando i tassi per combattere il preoccupante incremento dell’inflazione: si è passati da zero al 4,5% negli Stati Uniti e al 2,5% in Europa. I mercati si aspettano che tale processo possa proseguire nei prossimi mesi, almeno fino alla metà del prossimo anno e per un ulteriore 1%, ma intensità effettiva sarà condizionata dal livello d’inflazione futura. Molto dipenderà dall’andamento dell’economia e, soprattutto in Europa, dai prezzi delle materie prime energetiche: un forte rallentamento economico o una recessione potrebbe anticipare la data di termine del processo di rialzo, un’inflazione più elevata e duratura posticiparlo. Le stesse Banche centrali non hanno dato chiare indicazioni sul livello appropriato dei tassi nei prossimi mesi, attirandosi molte critiche da parte di economisti ed operatori di mercato che reclamano maggior chiarezza sulle mosse future.  Tassi di interesse più alti tendono a far deprezzare nel breve termine le attività finanziarie, ma creano anche opportunità di maggiori rendimenti per il futuro. Pertanto, è necessario che gli investitori affrontino i prossimi mesi con particolare cautela, in uno scenario che sembra poco prevedibile alle stesse Banche Centrali e che potrebbe influire in maniera determinante sui prezzi delle attività finanziarie.