Negli ultimi giorni si è molto discusso di ceto medio a seguito della proposta di riduzione dal 35% al 33% dell’aliquota IRPEF applicata ai contribuenti con redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro. In Italia, chi appartiene all ceto medio? Il tema è tutt’altro che semplice e non esiste una definizione univoca: la classe media viene spesso identificata in base al reddito, al livello di istruzione o alla posizione lavorativa. In questo caso, ci concentreremo sul reddito annuale come criterio principale. Le opinioni in merito sono le più diverse, ma i dati statistici possono aiutarci a dare una risposta più oggettiva a questa domanda.
Le dichiarazioni dei redditi degli Italiani
Analizzare le dichiarazioni dei redditi degli italiani permette di comprendere la distribuzione della ricchezza nel Paese. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze rende annualmente pubblici i dati: gli ultimi disponibili sono quelli di aprile 2025, riferiti all’anno di imposta 2023. Sono oltre 42,5 milioni i contribuenti che hanno presentato la propria dichiarazione dei redditi nel 2024. La tabella che segue riporta la suddivisione dei contribuenti per fasce di reddito, con l’indicazione del loro numero assoluto ed in percentuale sul totale. Ad esempio, i contribuenti nella fascia di reddito 15.000 – 20.000 euro lordi dichiarati sono 5.072.285, pari all’11,92% dei circa 42,5 milioni di contribuenti totali. I dati contenuti appaiono in alcuni casi sorprendenti: il 50% circa dei contribuenti dichiara meno di 20.000 euro lordi e solo l’1,6% circa degli italiani dichiara più di 100.000 euro lordi annui (ovvero circa 5.000 euro netti mensili).

Una prima analisi dei redditi
Partendo dai dati, è possibile determinare facilmente alcuni indicatori statistici per rispondere al nostro quesito iniziale sulla classe media. Il reddito medio dichiarato ai fini IRPEF dai contribuenti italiani è pari a 24.830 euro. Tuttavia, questo valore è influenzato verso l’alto dalla presenza di pochi contribuenti con redditi molto elevati, che distorcono la media. Per questo motivo, gli statistici spesso affiancano al valore medio un indicatore più robusto del reddito “tipico”, ovvero il reddito mediano, che rappresenta il valore che divide la popolazione dei contribuenti in due metà esatte: il 50% guadagna di meno e il 50% guadagna di più di tale importo. Il reddito mediano relativo alle dichiarazioni IRPEF è di circa 20.038 euro. Il fatto che il reddito medio sia più alto del reddito mediano conferma che ci troviamo di fronte a una distribuzione asimmetrica, con un numero relativamente piccolo di contribuenti con redditi molto alti.
La divisione per fasce.
Poiché lo scopo iniziale era individuare la classe media e non il contribuente medio, un ulteriore passaggio più essere fatto dividendo i contribuenti per fasce. Uno dei modi più frequenti di farlo è dividerli per quintili, ovvero in 5 gruppi costituito ognuno dal 20% dei contribuenti. Suddividendo il numero totale di contribuenti (42.570.078) in cinque gruppi di pari numerosità (quintili), ciascuno contenente circa 8,51 milioni di persone, i limiti di reddito stimati per ciascuna fascia sono quelli indicati nella tabella che segue:

Questa suddivisione consente di identificare con precisione le fasce di reddito che compongono la classe media italiana. I dati ci mostrano che, escludendo il 20% più povero e il 20% più ricco della popolazione, la classe media è formata dai contribuenti che dichiarano tra circa 7.500 e 33.000 euro.
Conclusioni
L’analisi oggettiva delle dichiarazioni dei redditi degli italiani conferma che la classe media, se definita su base reddituale, si colloca tra chi dichiara da 7.500 fino a 33.000 euro annui. Indipendentemente dalle opinioni personali, i dati mostrano che la maggior parte dei contribuenti si concentra proprio in questa fascia. I valori sono certamente influenzati dal fenomeno dell’evasione fiscale. Tuttavia, poiché i redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’84% del reddito complessivo dichiarato, anche ipotizzando una quota non trascurabile di evasione, i valori restano relativamente bassi. Sebbene si tratti di dati individuali e non familiari, redditi netti mensili compresi tra 600 e 2.300 euro per il 60% della popolazione non possono essere ritenuti adeguati a un paese economicamente avanzato come il nostro. Purtroppo, negli ultimi 30 anni i redditi degli italiani sono cresciuti molto meno della media europea. Alla luce di questi dati, più che interrogarsi su chi faccia parte della classe media (i dati ci forniscono una risposta chiara) è fondamentale concentrarsi sull’individuare le strategie più efficaci per renderla più agiata.

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