Torna il BTP Futura. Questa nuova emissione, la terza in assoluto e la prima del 2021, sarà idealmente finalizzata a finanziare le misure per la ripresa economica dal Covid-19 e le spese relative alla campagna vaccinale. Sarà possibile sottoscrivere il titolo da lunedì 19 a venerdì 23 aprile 2021 (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata. Si tratta di un titolo di Stato di durata pluriennale con caratteristiche particolari che lo distinguono dagli altri BTP “ordinari” (che generalmente sono titoli a tasso fisso con durata fra i 3 ed i 30 anni). Questa nuova emissione ha caratteristiche che la distinguono anche dalle precedenti due emissioni di BTP Futura, sia per la durata che per le modalità di determinazione degli interessi e del “premio fedeltà”, certamente più complesse. Ma andiamo per ordine e descriviamo le caratteristiche del titolo per poi passare alla valutazione dell’opportunità di acquistarlo per inserirlo in portafoglio.
Quali solo le caratteristiche peculiari di questo BTP Futura?
Il BTP Futura ha una durata di 16 anni, paga cedole semestrali come gli altri BTP, ma la struttura delle cedole è crescente (il cosiddetto meccanismo step-up) anziché fissa. Il rendimento minimo e la relativa sequenza delle cedole sono stati comunicati ieri dal Ministero del Tesoro ed avranno il seguente andamento:
- 0,75% dal 1° al 4° anno;
- 1,20% dal 5° all’8° anno;
- 1,65% dal 9° al 12° anno;
- 2% dal 13° al 16° anno.
A questi rendimenti si aggiungerà un “premio fedeltà”, collegato al tasso di crescita dell’economia italiana durante il periodo di vita del titolo. A differenza che in passato, questa volta il premio verrà frazionato ed erogato in due momenti diversi: è previsto un premio intermedio che verrà corrisposto dopo i primi otto anni ed un premio finale alla scadenza dei 16 anni (a sua volta diviso in due componenti). Il premio sarà corrisposto agli investitori che deterranno il titolo dal collocamento e sarà così determinato:
· alla fine dei primi 8 anni di vita del titolo, l’investitore che avrà detenuto il BTP Futura sin dall’emissione avrà diritto ad un premio intermedio pari al 40% della media del tasso di crescita del PIL nominale registrato dall’ISTAT nei primi otto anni di vita del titolo, con un minimo dello 0,4% del capitale investito, fino ad un massimo dell’1,2%;
· alla fine dei 16 anni di vita del titolo, l’investitore che avrà detenuto il BTP Futura sin dall’emissione avrà diritto ad un premio finale distinto in due componenti:
o la prima pari al restante 60% della media del tasso di crescita annua del PIL nominale registrato nei primi otto anni con un minimo dello 0,6% ed un massimo dell’1,8% del capitale investito;
o la seconda calcolata in base alla crescita del PIL nominale dal 9° al 16° anno di vita del titolo con un minimo dell’1% fino ad un massimo del 3% del capitale investito.
In sintesi, per chi non avesse voglia di fare i calcoli, l’investitore che acquista il titolo al collocamento e lo detiene fino a scadenza del 16° anno riceverà un premio fedeltà totale pari alla somma del premio intermedio e delle due componenti del premio finale, variabile quindi fra un minimo del 2% ed un massimo del 6% del capitale investito.
Conviene sottoscrivere il BTP Futura?
L’emissione di BTP Futura in collocamento, ai tassi minimi comunicati ieri, offrirà ai risparmiatori che lo sottoscriveranno un rendimento minimo base pari allo 0,975% per chi lo deterrà almeno 8 anni e dell’1,4% per chi lo deterrà per tutti i 16 anni. A questi rendimenti vanno aggiunti i premi fedeltà che porteranno i rendimenti totali fra l’1,025% ed il 1,225% per chi lo deterrà almeno 8 anni e fra l’1,525% ed l’1,775% per chi lo manterrà fino alla scadenza dei 16 anni.
Attualmente un BTP ordinario della durata residua di 8 anni ha un rendimento dello 0,55%, quello con 16 anni di durata residua un rendimento dell’1,25%. Dunque, in termini relativi il BTP Futura in collocamento è certamente più interessante di un BTP di pari durata attualmente acquistabile sul mercato. Occorre però domandarsi se la remunerazione che offre è da ritenersi interessante in una logica di lungo termine ed in rapporto al rischio di mercato insito nel titolo. I rendimenti dei titoli di Stato sono attualmente su livelli storicamente molto bassi. Non sono pochi a ritenere che, con la ripresa economica futura, i tassi torneranno a salire in tutta Europa e dunque optare per investimenti a tasso fisso per i prossimi 16 anni potrebbe non risultare un ottimo affare. Inoltre, un eventuale rialzo dei tassi dell’1% nei prossimi 2 o 3 anni esporrebbe il sottoscrittore ad una perdita in conto capitale che potrebbe superare il 10%. Infatti, a differenza dell’emissione precedente, l’attuale BTP vede un raddoppio della scadenza: il fattore durata è essenziale nella valutazione dell’opportunità di inserire questo titolo in portafoglio in quanto maggiore è la durata del titolo, tanto maggiore sarà l’effetto di deprezzamento del suo valore nel caso di rialzo dei tassi. Ciò è dovuto al fatto che in caso di rialzo dei tassi, i titoli emessi in precedenza finiscono per essere meno appetibili di quelli nuovi, perdendo valore sul mercato nel caso li si voglia vendere prima della scadenza.
Riassumendo, chi dovesse optare per la scelta di sottoscrivere questo titolo, deve mettere in conto che a fronte di un tasso relativamente più appetibile rispetto a quelli attualmente disponibili sul mercato, si espone ad una notevole volatilità di breve termine ed al rischio di investimento poco appetibile in termini assoluti in caso di futuri rialzi dei tassi di interesse. Inoltre, occorre sempre ricordare che la scelta di qualunque strumento finanziario va armonizzata, oltre che con la propria propensione al rischio, con i propri obiettivi di investimento, il proprio orizzonte temporale, la composizione della restante parte del portafoglio.

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