L’inflazione, ovvero l’aumento generalizzato del livello dei prezzi, è uno dei fattori di maggiore rilevanza per gli investitori. Ciò per un duplice motivo: innanzitutto per il fatto che l’inflazione determina una progressiva perdita di potere d’acquisto del denaro detenuto sotto forma di liquidità ed in secondo luogo poiché i livelli di inflazione condizionano in modo rilevante l’andamento delle varie attività finanziarie. Dunque, le scelte di investimento non possono prescindere dalle aspettative di inflazione. Ne sono una prova l’andamento delle quotazioni dei titoli di Stato da inizio anno, che hanno visto una perdita di valore a seguito della prospettiva di rialzo dell’inflazione in concomitanza con la ripresa economica mondiale. In questo contesto, gli investitori dovrebbero orientare le scelte di investimento considerando la prospettiva di un incremento dell’inflazione nel prossimo futuro. Ma quali attività finanziarie occorre prediligere in uno scenario di incremento dell’inflazione? E le prospettive di aumento dei prezzi permarranno anche nel medio periodo o sono destinate ad esaurirsi nei prossimi mesi?
Quali sono le attività finanziarie che occorre prediligere in fasi di incremento dell’inflazione?
In una prospettiva inflazionistica occorre prediligere quelle attività finanziarie che consentono di proteggere maggiormente dalla crescita del livello dei prezzi, preservando il valore reale del nostro patrimonio. Tra le attività obbligazionarie da preferire vi sono innanzitutto le obbligazioni index linked; quest’ultime pagano cedole costituite da due componenti: la prima è pari ad un tasso fisso molto basso, la seconda è pari al livello di inflazione, al crescere del quale cresce anche il livello di rendimento effettivo. Sempre nel campo obbligazionario, è opportuno incrementare la quantità di obbligazioni a tasso variabile; quest’ultime, a differenza di quelle a tasso fisso, aggiornano progressivamente il livello degli interessi corrisposti al mutare delle condizioni di mercato e, poiché quando l’inflazione cresce i tassi tendono a salire, sono da prediligere in queste fasi di mercato. Inoltre, le obbligazioni high yield, qualora siano compatibili con il profilo di rischio individuale, possono essere una buona scelta quando all’inflazione si accompagnano previsioni di elevata crescita economica. Infine, anche le azioni sono favorite da un contesto di inflazione moderata accompagnata da una rapida ripresa dell’economia. Per questo motivo molti ritengono che, visti i livelli storicamente bassi dei tassi di interesse, debbano essere l’attività finanziaria da prediligere.
Le prospettive di aumento dei prezzi permarranno anche nel medio periodo o sono destinate ad esaurirsi?
Per rispondere a quest’ultima domanda occorre interrogarsi sulle cause che stanno portando all’incremento dei prezzi di beni e servizi. Esse sono innanzitutto riconducibili a circostanze eccezionali collegate alle “chiusure” ed alle “riaperture” dell’intera attività economica durante gli scorsi mesi. Poiché molte imprese hanno chiuso, sono andati persi milioni di posti di lavoro e alcuni impianti produttivi sono stati bloccati, in alcuni casi assistiamo a problematiche sul fronte dell’offerta di beni che scarseggiando non riesce far fronte alla domanda. Da tutto ciò consegue l’innalzamento dei prezzi, accentuato dalla ripresa della domanda che tenta di recuperare il “consumo perduto” negli ultimi mesi. Questa situazione potrebbe contribuire a un periodo di inflazione più prolungato, ma non comporta necessariamente un nuovo regime inflazionistico: la tendenza dell’inflazione nel più lungo termine è tutt’altro che scontata. Negli ultimi decenni, diverse cause che hanno contribuito al calo dell’inflazione: la globalizzazione, i cambiamenti del mercato del lavoro, i fattori demografici e l’indipendenza delle banche centrali. Le ingenti politiche di spesa pubblica, le nuove tendenze al protezionismo e la ripresa del mercato del lavoro non è detto che riescano ad invertire la tendenza degli ultimi decenni e molti economisti ritengono che, dopo un primo periodo di ripresa, l’inflazione possa rapidamente ritornare sotto controllo.
Come gestire al meglio i propri investimenti?
Sebbene molti economisti ritengano che le pressioni inflazionistiche di breve possano essere moderate nel medio termine da quei fattori che negli ultimi anni hanno strutturalmente mantenuto bassa l’inflazione, nuovi fattori potrebbero intervenire, anche a seguito dei profondi cambiamenti economici indotti dal Covid: un possibile ritorno a politiche protezionistiche, l’enorme quantità di spesa pubblica nei prossimi anni, così come elevati debiti statali che dovessero andare fuori controllo, potrebbero favorire ulteriori spinte inflazionistiche. Dunque, l’equilibrio resta il criterio chiave a cui uniformarsi, la diversificazione una scelta fondamentale, all’interno della quale dare più spazio alle attività maggiormente favorite da un’inflazione moderata, il confronto con il proprio consulente indispensabile per valutare l’adeguatezza delle scelte finanziarie con i propri obiettivi di investimento e le prospettive dei mercati finanziari.

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