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In un mondo segnato da instabilità geopolitica, inflazione altalenante e mercati finanziari volatili, l’oro è tornato protagonista degli investimenti. Da sempre è considerato il bene rifugio per eccellenza e negli ultimi anni ha visto crescere in maniera consistente le proprie quotazioni. Conviene davvero investire in oro oggi? Quali le modalità più efficaci per farlo? Quali i rischi e le opportunità?

 

 

I vantaggi di investire in oro

L’investimento in oro consente di beneficiare di alcuni vantaggi quali:

  • è considerato un bene rifugio e questo fa sì che tenda a mantenere o ad incrementare il suo valore durante periodi di incertezza economica, di inflazione elevata o durante le crisi finanziarie;
  • aiuta a migliorare la diversificazione del portafoglio, contenendo il suo rischio complessivo, poiché il suo valore non è strettamente correlato ad altre tipologie di strumenti finanziari, come le azioni o le obbligazioni;
  • garantisce un’efficace protezione dall’inflazione, in quanto si è storicamente rivalutato in misura maggiore nei periodi di forte inflazione, mantenendo nel tempo il suo valore reale.

 

 

Gli svantaggi di investire in oro

A fronte dei vantaggi appena elencati, l’investimento in oro comporta anche alcuni svantaggi quali:

  • la mancanza di reddito, in quanto l’oro non produce interessi o dividendi, e ciò da un lato non lo rende uno strumento utilizzabile da chi desidera flussi periodici dai propri capitali e dall’altro ne penalizza la redditività nel lungo periodo;
  • l’elevata volatilità nel breve termine, poiché il suo prezzo può subire fluttuazioni significative, unita a cicli di mercato molto lunghi che talvolta lo vedono salire o scendere per diversi anni consecutivi; inoltre, le fluttuazioni dell’oro vengono ulteriormente amplificate dal fatto che le sue quotazioni sono in dollari e per gli investitori in euro esse incorporano anche le oscillazioni del cambio euro/dollaro;
  • i costi di stoccaggio e il rischio di furto e rapina, tipici dell’oro fisico, che comportano costi di custodia ed assicurazione, che possono erodere i guadagni.

 

 

Convenienza ad investire in oro

La convenienza ad investire in qualunque tipologia di strumento dipende da una serie di fattori: il rendimento ed il livello di rischio atteso, la composizione della restante parte del portafoglio, l’orizzonte temporale e gli obiettivi di investimento individuali. Il grafico sotto illustra l’andamento dell’oro dal 2010: fino al 2019 l’andamento delle quotazioni è stato laterale, mentre negli anni successivi si è assistito ad una rapida crescita dei prezzi che ha consentito a chi avesse investito in oro 15 anni fa di triplicare il capitale.

In generale, i prezzi dell’oro hanno sempre offerto forti oscillazioni nel breve termine all’interno di lunghi cicli di rialzi o ribassi: la crescita esplosiva nei prezzi negli anni ’70 del secolo scorso ha visto il prezzo dell’oro crescere da 35$ a ben 800$ per oncia in un decennio, seguita da una lunga fase di ribasso e stabilizzazione che alla fine del secolo ha visto i prezzi intorno ai 250$ per oncia. Una nuova fase di rialzo dei prezzi all’inizio di questo secolo ha portato le quotazioni prossime ai 1.900$ per oncia nel 2011, seguita da una di ribasso dei prezzi fino a 1.500$ per oncia, per poi vedere le quotazioni risalire attualmente oltre i 3.000$. Si tratta di livelli di rischiosità che se considerati isolatamente e sommati alle oscillazioni dei cambi non si addicono ad investitori con profilo di rischio basso ed orizzonti di investimento brevi.

Confrontato con altre attività, come ad esempio le azioni Usa, negli ultimi 15 anni sono state queste ultime ad offrire rendimenti molto più consistenti. Il grafico sotto confronta l’andamento dell’oro (linea in blu) con quello della borsa USA (linea in rosso) a partire dal 2010: 100 euro investiti in oro sarebbero diventati circa 350 euro, mentre investiti in azioni statunitensi sarebbero oltre 1.000 euro.

A fronte dei rendimenti illustrati, la rischiosità non è stata molto diversa: il grafico che segue illustra le sole fasi di ribasso (i cosiddetti drawdown)  e come si può osservare il mercato azionario (in rosso) ha esposto a perdite massime del 30% dal picco delle quotazioni, mentre l’oro (in blu) perdite superiori al 35%.

I dati illustrati innanzi, evidenziano che nel lungo periodo l’oro ha offerto rendimenti inferiori a quelli del mercato azionario con una rischiosità non molto differente. Nonostante ciò, per quegli investitori che hanno un’adeguata propensione al rischio, può rappresentare un buon diversificatore di portafoglio in quanto, come si può osservare dall’ultimo grafico sopra, le fasi di correzione delle quotazioni dell’oro solitamente con coincidono con quelle del mercato azionario. Gli esperti comunque consigliano, anche quando può essere opportuno inserire oro nel portafoglio, di non superare una percentuale compresa fra il 5% ed il 15% degli attivi finanziari, variabile in base alla composizione degli asset, al profilo di rischio ed all’orizzonte temporale.

 

 

Come investire in oro

Una volta deciso di dedicare una fetta del proprio investimento in oro, gli investitori devono individuare lo strumento con in quale farlo. Tre sono le alternative principali fra le quali scegliere.

  • Acquistare oro fisico sotto forma di lingotti o monete d’oro: è una scelta da valutare con particolare attenzione perché ci si espone al rischio di furto e/o a costi di custodia e per il fatto che il prezzo di acquisto e di vendita dei lingotti e delle monete (i cosiddetti prezzi danaro e lettera) possono differire tra loro in maniera consistente, talvolta anche del 10-15%, con una perdita potenziale immediata.
  • Acquistare in borsa strumenti finanziari che replicano l’andamento dell’oro fisico, come gli ETF (Exchange Traded Fund) o gli ETC (Exchange Traded Commodities). In questi casi a fronte di costi contenuti (intorno allo 0,50% annuo) è possibile negoziare in borsa strumenti che replicano l’andamento dell’oro: fra quelli disponibili, è opportuno prediligere strumenti finanziari a cosiddetta “replica fisica” e non sintetica, ovvero strumenti a fronte dei quali esiste fisicamente dell’oro custodito in un forziere.
  • Acquistare azioni di società che appartengono al settore aurifero o fondi comuni di investimento specializzati in questa tipologia di imprese. In questo caso, occorre essere consapevoli che le loro quotazioni non seguono perfettamente quelle dell’oro in quanto l’andamento dei titoli è condizionato anche delle prospettive di redditività delle relative imprese.

 

 

Conclusioni

L’oro è considerato un bene rifugio, ideale per proteggersi da inflazione ed instabilità economica; tuttavia, non produce reddito come le azioni o le obbligazioni ed il suo prezzo può essere molto volatile nel breve termine. Investire in oro può essere una scelta conveniente, soprattutto con finalità di diversificazione del portafoglio. Gli investitori con bassa propensione al rischio ed orizzonti temporali di investimento limitati dovrebbero ridurre al minino la presenza di questa tipologia di attività in portafoglio, mentre quelli più propensi al rischio e con orizzonti più lunghi dovrebbero investire in oro soprattutto con finalità di diversificazione del proprio patrimonio.  Infatti, in passato l’oro ha dimostrato di essere spesso decorrelato con l’andamento delle attività finanziarie più rischiose. Vista la complessità della materia, è comunque essenziale confrontarsi con il proprio consulente per valutare l’opportunità di investire in oro e la percentuale del prezioso metallo da inserire in portafoglio perché, come dice il vecchio adagio, “non è tutto oro ciò che luccica!”