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“Crescita globale stabile in un contesto di rallentamento della disinflazione e crescente incertezza politica”, questo in breve il contenuto dell’ultimo “World Economic Outlook” del Fondo Monetario Internazionalepubblicato in settimana. L’FMI aggiorna trimestralmente le sue previsioni sulla situazione economica globale: quelle di luglio 2024 evidenziano un contesto complesso con sfide persistenti, come la lotta all’inflazione e l’elevata incertezza politica che stanno fortemente condizionando negli ultimi anni l’economia mondiale. Quali nel dettaglio le previsioni di crescita per quest’anno e per quello successivo? Quali aree cresceranno di più? Quali le previsioni per l’Italia?

 

La crescita economica globale

Il rapporto prevede una crescita economica globale del 3,2% nel 2024 e del 3,3% nel 2025, in linea con le stime precedenti di aprile. Questa crescita risulta essere stabile, ma inferiore rispetto agli standard storici, segnalando una resilienza economica in presenza di difficoltà strutturali e geopolitiche.  Secondo il report dell’FMI, la crescita delle principali economie avanzate sta diventando più allineata: gli Stati Uniti vedono una riduzione del tasso di crescita, mentre l’Europa un’accelerazione pur rimanendo su livelli tra i più bassi se confrontati con le altre aree del mondo. I paesi in via di sviluppo dell’Asia restano il principale motore dell’economia globale, ma i loro tassi di crescita sono previsti in constante contrazione.

Le prospettive per i prossimi cinque anni rimangono deboli, in gran parte a causa del calo di slancio nell’Asia emergente: si prevede che entro il 2029 la crescita in Cina si modererà al 3,3%, ben al di sotto del ritmo attuale e di quello storico pre-pandemia. Il grafico sotto illustra la previsione di crescita globale e delle varie aree geografiche.

 

 

 

La crescita economica dei vari paesi e dell’Italia.

Rispetto al precedente report di aprile 2024, la crescita del primo trimestre ha sorpreso al rialzo in molti paesi, mentre le sorprese sono state al ribasso in Giappone e negli Stati Uniti. Negli USA si sta assistendo ad un rallentamento della crescita più marcato del previsto. In Giappone, la sorpresa negativa in termini di crescita è derivata da temporanee interruzioni dell’offerta legate alla chiusura di un importante stabilimento automobilistico nel primo trimestre. Al contrario, in Europa si sono materializzati segnali di ripresa economica, guidati da un miglioramento dell’attività dei servizi. La Germania, che nel 2023 era finita in recessione, ne sta lentamente uscendo e il prossimo anno dovrebbe ulteriormente accelerare. Per l’Italia è previsto un lieve rallentamento della crescita economica per quest’anno, con previsioni dell’0,7%, seguito da una leggera accelerazione del 2025, con una previsione dello 0,9%. Purtroppo, per il prossimo anno il  tasso di crescita italiano è previsto essere il più basso in Europa e tra le grandi economie mondiali. In Cina la ripresa dei consumi interni ha dato impulso al rialzo positivo nel primo trimestre, aiutato da quella che sembrava essere un’impennata temporanea delle esportazioni. L’India continua ad avere tassi di crescita fra i più elevati al mondo, sebbene in moderata diminuzione dall’8,2% del 2023 al 7% di quest’anno ed al 6,5% previsto per il 2025. La tabella sotto ci da un dettaglio delle previsioni per i diversi paesi.

 

 

Inflazione e politica monetaria

Un aspetto cruciale del rapporto è rappresentato dall’andamento dell’inflazione, in particolare nei settori dei servizi, dove continua a essere elevata, complicando gli sforzi delle banche centrali per normalizzare la politica monetaria. L’inflazione globale dovrebbe diminuire dal 6,8% del 2023 al 5,9% nel 2024 e al 4,5% nel 2025. In Europa, i livelli di inflazione dovrebbero avvicinarsi al 2% nel corso del 2025. Tuttavia, permangono rischi al rialzo per l’inflazione a livello globale e ciò potrebbe comportare tassi di interesse più alti per un periodo prolungato che potrebbe impattare negativamente sulla crescita economica. Infatti, a meno che l’inflazione dei beni non diminuisca ulteriormente, l’aumento dei prezzi dei servizi e dei salari potrebbe mantenere l’inflazione complessiva su un livello superiore a quello desiderato. Anche in assenza di ulteriori shock, questo rappresenta un rischio significativo per lo scenario di atterraggio morbido.

 

Sfide Strutturali e implicazioni per le politiche economiche

Il rapporto sottolinea l’importanza di un mix di politiche ben calibrato per affrontare le attuali sfide economiche. Si evidenziano i rischi derivanti dal deterioramento delle finanze pubbliche che ha reso molti paesi più vulnerabili di quanto fossero prima della pandemia. Secondo l’FMI occorre ridurre i deficit di bilancio pubblici per poter disporre di una adeguata quantità di risorse per affrontare eventuali shock inattesi e le future sfide della transizione energetica. Si cita il caso esemplare degli Stati Uniti, che pur essendo in piena occupazione, mantengono una politica fiscale che spinge il rapporto debito/PIL costantemente verso l’alto, con rischi sia per l’economia nazionale che per quella globale. Inoltre, si evidenziano i rischi per l’economia globale del progressivo smantellamento del nostro sistema commerciale multilaterale: sempre più paesi stanno ora andando per la propria strada, imponendo tariffe unilaterali o misure di politica industriale la cui conformità alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio è, nella migliore delle ipotesi, discutibile. È improbabile che questa ondata di misure unilaterali garantisca una prosperità globale duratura e condivisa.

 

Conclusioni

Il “World Economic Outlook” di luglio 2024 del Fondo Monetario Internazionale presenta una visione di stabilità relativa con significativi ostacoli da superare. La crescita economica globale resta stabile, ma su livelli storicamente contenuti. Quanto agli ostacoli, l’inflazione che scende meno rapidamente del previsto è quello di maggior portata nel breve termine, mentre nel medio e lungo termine sono soprattutto i debiti pubblici crescenti e la cooperazione economica internazionale in diminuzione a preoccupare. I politici di tutto il mondo sapranno affrontare le sfide economiche future con lungimiranza ed equilibrio e garantire una crescita economica prospera, sostenibile ed inclusiva a lungo termine?